>> L'Amore è Un Gioco? <<

Sono passate un paio di settimane dalla battaglia finale, ma i nostri tre alieni non si sono ancora levati di torno perché hanno avuto un piccolo problema tecnico… Ma ve lo spiegherà meglio Kisshu! (Io cosa? E che ne so??? O_O NdKisshu) Non sapendo come ammazzare il tempo, l’alieno dagli occhioni dorati avrà la brillante idea di mantenere la promessa fatta ad Ichigo, ovvero di rapirla! E ci riuscirà… FANFIC SPERIMENTALE... spero vi piaccia! Buona lettura!

AUTORE: MewLeemoon [contatta]

Genere: Drammatico, Introspettivo
Capitoli: 24
Rating: R
Note Speciali: Non per stomaci delicati
On-Line From: 17/12/05
Aggiornata il: 09/03/07
Stato: In Corso...

Lascia un 

Vai al Capitolo


Intro al Capitolo: Avete presente quando ho messo le nota "Non per stomaci delicati"... avete presente quando ho detto che alcuni punti della FF sarebbero stati molto violenti? Ecco... Non so come diamine mi sia saltato in mente di scrivere un capitolo come questo… fatemi un favore: SALTATELO!

*** 5. Incubi e Sogni ***
~ * ~
By Kisshu

Holding my last breath
safe inside myself
are all my thoughts of you
sweet raptured light
it ends here tonight

Closing your eyes to disappear
you pray your dreams will leave you here
but still you wake and know the truth
no one's there

Say goodnight
don't be afraid
calling me calling me as you fade to black

Trattenendo il mio ultimo respiro
al sicuro dentro di me
tutti i miei pensieri su di te
sono dolce incantevole luce
finisce qui, stanotte

Mentre chiudi i tuoi occhi per scomparire
preghi i tuoi sogni affinché ti lascino qui
ma sei ancora sveglio e conosci la verità...
là non c'è nessuno

di buonanotte
non essere spaventato
Chiamami, chiamami mentre scompari nell’oscurità

(My Last Breath – Evanescence)



Condannato…
 
Era stato condannato…
 
Aveva dato sedici anni della sua vita per loro…
Per non farli più soffrire…
Per permettere almeno a loro di avere una speranza che lui non si era mai potuto concedere…
 
Ma in fondo avevano ragione.
La colpa era solo sua…
Se avesse preso la faccenda più sul serio…
Se si fosse limitato semplicemente ad ubbidire, come gli era stato chiesto…
Se non si fosse fatto tutte quelle stupide, inutili domande…
Se non fosse stato Kisshu…
 
Cercò di aprire gli occhi, ma la luce era troppo forte.
 
Li richiuse…
 
Il suo occhio destro era troppo gonfio e continuava a lacrimargli dolorosamente…
 
Fece un secondo tentativo.
 
Le luci erano così accecanti e lui non riusciva a distinguere quasi nulla…
 
Sentiva però tutta quella gran confusione rimbombargli in testa.
 
C’erano tutte quelle persone lì, per lui.
Erano lì per godere della sua sofferenza.
 
Guardò i suoi polsi, sollevando il viso.
Gli costò una fatica enorme perché tutto il suo corpo si rifiutava di muoversi, per le percosse ricevute.
Lo avevano incatenato ad una colonna alta, di cui non scorgeva la cima. La catena era così stretta che si era macchiata del suo sangue, ormai rappreso.
 
C’erano anche Pai e Taruto ma non poteva vederli.
Avrebbe voluto almeno salutarli. Dirgli che con loro aveva passato dei bei momenti.
Magari gli sarebbe piaciuto ringraziarli…
Ma non poteva farlo. Non avrebbe potuto farlo più.
 
Era tanto di quel tempo che era imprigionato in quella posizione che iniziava a faticare a respirare…
 
Ma tra poco sarebbe finito tutto.
Sentiva, dal rumore crescente della folla, che mancava poco, ormai…
 
Non sarebbe dovuta andare così. Si era promesso di morire con le armi in pugno, lui, combattendo…
 
Il pesante portone di pietra in fondo all’arena si sollevò con un rumore assordante.
 
Sentì il cuore battere forte nel petto, tanto forte da sembrare che stesse per scoppiare…
 
Dal portone uscirono alcune grosse sagome.
Una si diresse verso di lui.
Era un animale.
Un grosso animale dalle movenze feline, ricoperto da una lucida pelliccia rosso rubino.
Lanciò un richiamo acuto e sinistro che riecheggiò nelle sue orecchie.
 
Kisshu lo fissò negli occhi, cercando di sostenere il suo sguardo.
Erano di un azzurro ghiaccio, con le pupille tagliate in due fessure sottili.
 
L’animale si avvicinò di più, scattando nervosamente a sinistra e a destra e raspando la sabbia con le zampe munite di taglienti artigli.
 
Tra poco sarebbe morto.
Tutto quello che era stato, che aveva pensato, fatto, desiderato, non sarebbe più esistito.
Sarebbe sparito tutto in un attimo.
Non sarebbe esistito più nulla…
E lui non poteva farci niente.
 
Ascoltò ancora il suo cuore battere con vigore.
Non aveva mai realizzato quanto fosse meravigliosa questa semplice cosa che lo aveva accompagnato fino a quel momento…
Ma tra poco anche lui si sarebbe fermato…
 
L’animale era a pochi passi da lui.
Per quanto non volesse ammetterlo, gli faceva paura.
Una paura profonda e incontrollabile.
 
Iniziò ad ansimare in fretta, senza riuscire più a riempire i polmoni.
Gli girava la testa…
 
Ora arriva il dolore… pensò, cercando di mantenere il controllo, di razionalizzare.
 
La belva dal pelo rosso lanciò un ultimo urlo agghiacciante e tirò i muscoli della sua schiena flessuosa, pronto a scattare.
 
Stai calmo Kisshu…
Stai calmo…
Così finirà prima….
Così finirà prima…

 
D’improvviso sentì cinque artigli impiantarsi profondamente nella sua carne e lacerare la pelle e i muscoli dall’anca fino al ginocchio.
 
Trattenne il respiro per non gridare, cercando di lottare contro il dolore.
Mentre fissava di nuovo l’animale, vide il suo sangue zampillare a terra, impastandosi con la sabbia.
Quella ferita non lo avrebbe ucciso…
Non subito…
 
Con uno scatto disperato tirò violentemente le catene che lo imprigionavano, dimenandosi per cercare di liberarsi.
Era tutto inutile.
Era tutto così inutile…
Tutto il suo corpo era scosso da brividi…
E sentiva così freddo…
 
Udì delle urla atroci.
Anche i suoi amici stavano morendo.
E quel poco di coraggio che ancora aveva stava svanendo.
 
L’animale, con un ululato acuto che sembrava ridere di lui, piantò di nuovo i suoi artigli nella carne.
Stavolta mirò al petto, fracassando le costole e lacerando l’addome.
 
Kisshu stavolta urlò, senza riuscire più a trattenersi.
E dopo un attimo si sentì strozzare e prese a tossire convulsamente, sputando sangue.
Il suo corpo lottava disperatamente per guadagnare un’ultima boccata d’aria.
Si appoggiò alla colonna, senza forze. Rantolava, ed ad ogni rantolo sentiva un dolore immenso spaccargli il petto…
 
Il suo carnefice lanciò un altro grido angosciante, spalancando verso di lui la bocca in cui spiccavano i lunghi canini bianchi.
Sentì il suo fiato sulla sua faccia. Puzzava di morto…
 
Kisshu chiuse gli occhi, singhiozzando e pregò che il prossimo colpo fosse l’ultimo.
Se almeno fosse svenuto… se almeno avesse perso abbastanza sangue…
Nonostante il dolore invece era ancora così maledettamente lucido…
 
Il prossimo colpo arrivò, inesorabile.
I canini dell’animale si piantarono a fondo nel suo addome e la belva prese a scrollarlo per spezzargli le ossa, per un tempo infinitamente lungo, mentre lui continuava inutilmente a gridare.
 
Quando smise, si ritrovò a penzolare come un peso morto per i polsi, appeso alla catena.
Non sentiva più nulla. Le gambe non riuscivano più a sorreggerlo.
Se aveva ancora le gambe…
 
Era tutto così terribile…
Talmente terribile che non poteva essere reale…
 
Forse, era già morto?
 
Quest’ultimo pensiero passò su di lui come un soffio di aria tiepida.
 
Sarebbe stato meraviglioso…
 
Aprì gli occhi.
 
Davanti a lui c’era Ichigo.
 
Lo guardava con incredibile dolcezza, dal rosa abissale dei suoi occhi, della stessa tonalità dei suoi morbidi capelli ondulati.
 
“Ciao Kisshu” sussurrò, spostandogli alcune ciocche di capelli che si erano appiccicate al suo volto sudato, con la sua mano delicata coperta da un guanto rosa.
 
Vide che era sporca di sangue.
 
“Stai tranquillo ora” mormorò lei, accarezzandogli ed asciugandogli il viso.
 
L’alieno, appoggiato con la testa sulle ginocchia della ragazza, la guardava incantato.
Era stanco di farsi domande…
Tanto stanco…
 
“Starò qui con te fino alla fine” disse Ichigo sorridendo. “Finché questo incubo non sarà finito e tu ti sarai addormentato”.
 
“Non sono ancora morto?” domandò lui con un filo di voce.
 
“Ti sbagli Kisshu” bisbigliò dolcemente la ragazza. “Tu non sei mai esistito…”
 
La luce cominciò a diminuire lentamente, fino a impedirgli di distinguere i contorni.
 
“Sei stato solo un sogno…”
 
Poi la sua voce si perse in un abisso nero.
 
Kisshu si guardò intorno.
 
Era avvolto dalla penombra e intorno a lui si ergevano le quattro spoglie pareti color ocra della sua stanza.
 
Si strofinò gli occhi, disorientato.
 
Poi si ritrovò Ichigo stretta contro il suo corpo e i loro sguardi si incrociarono.
 
Non era la stessa Ichigo di prima. Questa aveva i capelli rosso rubino spettinati e gli occhi marroni, con i quali lo fissava assonnata.
 
“Che strano sogno che sei, Kisshu…” gli mormorò la ragazza.
 
Rabbrividì. “I-io non sono… un sogno…” disse con un filo di angoscia. In quel momento non ne era davvero sicuro.
 
Fece per muoversi ma il suo collo indolenzito richiamò furiosamente la sua attenzione, svegliandolo del tutto. Aveva dormito tutta la notte appoggiato scomodamente alla parete.
“Ooooww!” esclamò, portandosi una mano al collo. “Che brutta idea che hai avuto Ko-Neko-Chan a dormire sul pavimento!”
Sfilò anche l’altro braccio con il quale stava stringendo la vita di Ichigo e prese a massaggiarsi i muscoli intorpiditi.
 
La ragazza lo guardava insistentemente, come se aspettasse qualcosa. Una spiegazione?
 
Oh, accidenti… pensò impacciato.
 
“M-mi dispiace…” bisbigliò poi con imbarazzo, combattendo con il suo orgoglio.
“Stanotte ti ho trovato qui per terra addormentata ed eri gelata come un pezzo di ghiaccio… volevo scaldarti un po’”
Non sembravano delle scuse molto sentite…
Ma d’altronde era solo una grossa balla, perché non gli dispiaceva affatto…
 
“Per terra?” domandò la ragazza.
 
Si accigliò. “Sì, non ricordi nulla?”
 
La rossa fissò il vuoto per un po’, come spaesata.
 
Questo lo fece preoccupare: non gli sembrava una cosa normale.
Forse tutto quello che le era successo l’aveva scioccata tanto?
Un brivido gli passò sulla schiena, riportandolo con la mente alla sera prima…
La verità era che la sua gattina non poteva vivere in quelle condizioni: il panico e la prigionia la stavano rapidamente distruggendo, alla stregua di un animale selvatico rinchiuso in una gabbia.
Questo pensiero gli provocò una stretta al cuore. Non avrebbe mai e poi mai voluto ridurla così!
Ma come faceva a lasciarla andare…?
Proprio ora che lui ne aveva così bisogno…
 
“Vieni, Ichigo!” disse lui prendendola per un polso e tirandola in piedi.
La sera prima, mentre si addormentava, aveva avuto un’idea…
“Ti voglio portare in un posto…” aggiunse.
 
Ichigo lo seguì docilmente e non fece storie mentre lui la stringeva per teletrasportarla via con sé.

~ * ~ *~ * ~ *~ *~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ * ~

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH! Urlo liberatorio… Questo capitolo è terribile, terribile!!!! Nonostante l'abbia letto e riletto 50.000 volte da quando l'ho scritto, continua inevitabilmente a farmi impressione!
Tuttavia è, secondo me, uno di quelli venuti meglio di tutta la storia… forse il migliore… non so, me lo direte voi, miei poveri lettori!
La simpatica esecuzione di Ki-chan è ispirata all’episodio II di Star Wars… (che c’entra adesso? NdLettori)… che a sua volta è ispirato alle esecuzioni che usavano durante l’impero romano, negli anfiteatri… avete presente?
Cmq, io ho sempre detto che la scuola fa male! Vedete che succede a studiare Anatomia Topografica assieme a Freud? Ne esce fuori sta roba terrificante! (E gli incubi che faccio IO di notte, a volte sono anche peggio!!!!!)
Infine, se siete stati attenti, avrete notato che ho inserito un bel po’ di “simboli onirici” (date un'occhiata al simpatico animaletto con cui ha a che fare Kisshu): d’altronde, i sogni sono solo la manifestazione dei nostri desideri e delle nostre paure realizzati con immagini del nostro passato, o no?
 
Beh… ricordatevi di questo sogno perché ritroverete qualcosa… più avanti… tra qualche capitolo… AH! Non vi spoilero altro!!!! Ciaooooo!
 
Ps. Avete mai visto un gatto giocare con un topo? Può andare avanti per ore senza ucciderlo… torturandolo lentamente… Ok… la smetto, la smetto…! ^v^
 


Torna Su