Intro al Capitolo: Avete presente quando ho messo le nota "Non per stomaci
delicati"... avete presente quando ho detto che alcuni punti della FF sarebbero
stati molto violenti? Ecco... Non so come diamine mi sia saltato in mente di
scrivere un capitolo come questo… fatemi un favore: SALTATELO!
*** 5. Incubi e Sogni ***
~ * ~
By Kisshu
Holding my last breath |
Trattenendo il mio ultimo respiro |
(My Last Breath – Evanescence) |
Condannato…
Era stato condannato…
Aveva dato sedici anni della sua vita per loro…
Per non farli più soffrire…
Per permettere almeno a loro di avere una speranza che lui non si era mai
potuto concedere…
Ma in fondo avevano ragione.
La colpa era solo sua…
Se avesse preso la faccenda più sul serio…
Se si fosse limitato semplicemente ad ubbidire, come gli era stato chiesto…
Se non si fosse fatto tutte quelle stupide, inutili domande…
Se non fosse stato Kisshu…
Cercò di aprire gli occhi, ma la luce era troppo forte.
Li richiuse…
Il suo occhio destro era troppo gonfio e continuava a lacrimargli
dolorosamente…
Fece un secondo tentativo.
Le luci erano così accecanti e lui non riusciva a distinguere quasi nulla…
Sentiva però tutta quella gran confusione rimbombargli in testa.
C’erano tutte quelle persone lì, per lui.
Erano lì per godere della sua sofferenza.
Guardò i suoi polsi, sollevando il viso.
Gli costò una fatica enorme perché tutto il suo corpo si rifiutava di muoversi,
per le percosse ricevute.
Lo avevano incatenato ad una colonna alta, di cui non scorgeva la cima. La
catena era così stretta che si era macchiata del suo sangue, ormai rappreso.
C’erano anche Pai e Taruto ma non poteva vederli.
Avrebbe voluto almeno salutarli. Dirgli che con loro aveva passato dei bei
momenti.
Magari gli sarebbe piaciuto ringraziarli…
Ma non poteva farlo. Non avrebbe potuto farlo più.
Era tanto di quel tempo che era imprigionato in quella posizione che iniziava a
faticare a respirare…
Ma tra poco sarebbe finito tutto.
Sentiva, dal rumore crescente della folla, che mancava poco, ormai…
Non sarebbe dovuta andare così. Si era promesso di morire con le armi in pugno,
lui, combattendo…
Il pesante portone di pietra in fondo all’arena si sollevò con un rumore
assordante.
Sentì il cuore battere forte nel petto, tanto forte da sembrare che stesse per
scoppiare…
Dal portone uscirono alcune grosse sagome.
Una si diresse verso di lui.
Era un animale.
Un grosso animale dalle movenze feline, ricoperto da una lucida pelliccia rosso
rubino.
Lanciò un richiamo acuto e sinistro che riecheggiò nelle sue orecchie.
Kisshu lo fissò negli occhi, cercando di sostenere il suo sguardo.
Erano di un azzurro ghiaccio, con le pupille tagliate in due fessure sottili.
L’animale si avvicinò di più, scattando nervosamente a sinistra e a destra e
raspando la sabbia con le zampe munite di taglienti artigli.
Tra poco sarebbe morto.
Tutto quello che era stato, che aveva pensato, fatto, desiderato, non sarebbe
più esistito.
Sarebbe sparito tutto in un attimo.
Non sarebbe esistito più nulla…
E lui non poteva farci niente.
Ascoltò ancora il suo cuore battere con vigore.
Non aveva mai realizzato quanto fosse meravigliosa questa semplice cosa che lo
aveva accompagnato fino a quel momento…
Ma tra poco anche lui si sarebbe fermato…
L’animale era a pochi passi da lui.
Per quanto non volesse ammetterlo, gli faceva paura.
Una paura profonda e incontrollabile.
Iniziò ad ansimare in fretta, senza riuscire più a riempire i polmoni.
Gli girava la testa…
Ora arriva il dolore… pensò, cercando di mantenere il controllo, di
razionalizzare.
La belva dal pelo rosso lanciò un ultimo urlo agghiacciante e tirò i muscoli
della sua schiena flessuosa, pronto a scattare.
Stai calmo Kisshu…
Stai calmo…
Così finirà prima….
Così finirà prima…
D’improvviso sentì cinque artigli impiantarsi profondamente nella sua carne e
lacerare la pelle e i muscoli dall’anca fino al ginocchio.
Trattenne il respiro per non gridare, cercando di lottare contro il dolore.
Mentre fissava di nuovo l’animale, vide il suo sangue zampillare a terra,
impastandosi con la sabbia.
Quella ferita non lo avrebbe ucciso…
Non subito…
Con uno scatto disperato tirò violentemente le catene che lo imprigionavano,
dimenandosi per cercare di liberarsi.
Era tutto inutile.
Era tutto così inutile…
Tutto il suo corpo era scosso da brividi…
E sentiva così freddo…
Udì delle urla atroci.
Anche i suoi amici stavano morendo.
E quel poco di coraggio che ancora aveva stava svanendo.
L’animale, con un ululato acuto che sembrava ridere di lui, piantò di nuovo i
suoi artigli nella carne.
Stavolta mirò al petto, fracassando le costole e lacerando l’addome.
Kisshu stavolta urlò, senza riuscire più a trattenersi.
E dopo un attimo si sentì strozzare e prese a tossire convulsamente, sputando
sangue.
Il suo corpo lottava disperatamente per guadagnare un’ultima boccata d’aria.
Si appoggiò alla colonna, senza forze. Rantolava, ed ad ogni rantolo sentiva un
dolore immenso spaccargli il petto…
Il suo carnefice lanciò un altro grido angosciante, spalancando verso di lui la
bocca in cui spiccavano i lunghi canini bianchi.
Sentì il suo fiato sulla sua faccia. Puzzava di morto…
Kisshu chiuse gli occhi, singhiozzando e pregò che il prossimo colpo fosse
l’ultimo.
Se almeno fosse svenuto… se almeno avesse perso abbastanza sangue…
Nonostante il dolore invece era ancora così maledettamente lucido…
Il prossimo colpo arrivò, inesorabile.
I canini dell’animale si piantarono a fondo nel suo addome e la belva prese a
scrollarlo per spezzargli le ossa, per un tempo infinitamente lungo, mentre lui
continuava inutilmente a gridare.
Quando smise, si ritrovò a penzolare come un peso morto per i polsi, appeso
alla catena.
Non sentiva più nulla. Le gambe non riuscivano più a sorreggerlo.
Se aveva ancora le gambe…
Era tutto così terribile…
Talmente terribile che non poteva essere reale…
Forse, era già morto?
Quest’ultimo pensiero passò su di lui come un soffio di aria tiepida.
Sarebbe stato meraviglioso…
Aprì gli occhi.
Davanti a lui c’era Ichigo.
Lo guardava con incredibile dolcezza, dal rosa abissale dei suoi occhi, della
stessa tonalità dei suoi morbidi capelli ondulati.
“Ciao Kisshu” sussurrò, spostandogli alcune ciocche di capelli che si erano
appiccicate al suo volto sudato, con la sua mano delicata coperta da un guanto
rosa.
Vide che era sporca di sangue.
“Stai tranquillo ora” mormorò lei, accarezzandogli ed asciugandogli il viso.
L’alieno, appoggiato con la testa sulle ginocchia della ragazza, la guardava
incantato.
Era stanco di farsi domande…
Tanto stanco…
“Starò qui con te fino alla fine” disse Ichigo sorridendo. “Finché questo
incubo non sarà finito e tu ti sarai addormentato”.
“Non sono ancora morto?” domandò lui con un filo di voce.
“Ti sbagli Kisshu” bisbigliò dolcemente la ragazza. “Tu non sei mai esistito…”
La luce cominciò a diminuire lentamente, fino a impedirgli di distinguere i
contorni.
“Sei stato solo un sogno…”
Poi la sua voce si perse in un abisso nero.
Kisshu si guardò intorno.
Era avvolto dalla penombra e intorno a lui si ergevano le quattro spoglie
pareti color ocra della sua stanza.
Si strofinò gli occhi, disorientato.
Poi si ritrovò Ichigo stretta contro il suo corpo e i loro sguardi si
incrociarono.
Non era la stessa Ichigo di prima. Questa aveva i capelli rosso rubino
spettinati e gli occhi marroni, con i quali lo fissava assonnata.
“Che strano sogno che sei, Kisshu…” gli mormorò la ragazza.
Rabbrividì. “I-io non sono… un sogno…” disse con un filo di angoscia. In quel
momento non ne era davvero sicuro.
Fece per muoversi ma il suo collo indolenzito richiamò furiosamente la sua
attenzione, svegliandolo del tutto. Aveva dormito tutta la notte appoggiato
scomodamente alla parete.
“Ooooww!” esclamò, portandosi una mano al collo. “Che brutta idea che hai avuto
Ko-Neko-Chan a dormire sul pavimento!”
Sfilò anche l’altro braccio con il quale stava stringendo la vita di Ichigo e
prese a massaggiarsi i muscoli intorpiditi.
La ragazza lo guardava insistentemente, come se aspettasse qualcosa. Una
spiegazione?
Oh, accidenti… pensò impacciato.
“M-mi dispiace…” bisbigliò poi con imbarazzo, combattendo con il suo orgoglio.
“Stanotte ti ho trovato qui per terra addormentata ed eri gelata come un pezzo
di ghiaccio… volevo scaldarti un po’”
Non sembravano delle scuse molto sentite…
Ma d’altronde era solo una grossa balla, perché non gli dispiaceva affatto…
“Per terra?” domandò la ragazza.
Si accigliò. “Sì, non ricordi nulla?”
La rossa fissò il vuoto per un po’, come spaesata.
Questo lo fece preoccupare: non gli sembrava una cosa normale.
Forse tutto quello che le era successo l’aveva scioccata tanto?
Un brivido gli passò sulla schiena, riportandolo con la mente alla sera prima…
La verità era che la sua gattina non poteva vivere in quelle condizioni: il
panico e la prigionia la stavano rapidamente distruggendo, alla stregua di un
animale selvatico rinchiuso in una gabbia.
Questo pensiero gli provocò una stretta al cuore. Non avrebbe mai e poi mai
voluto ridurla così!
Ma come faceva a lasciarla andare…?
Proprio ora che lui ne aveva così bisogno…
“Vieni, Ichigo!” disse lui prendendola per un polso e tirandola in piedi.
La sera prima, mentre si addormentava, aveva avuto un’idea…
“Ti voglio portare in un posto…” aggiunse.
Ichigo lo seguì docilmente e non fece storie mentre lui la stringeva per
teletrasportarla via con sé.
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AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH! Urlo liberatorio… Questo capitolo è terribile,
terribile!!!! Nonostante l'abbia letto e riletto 50.000 volte da quando l'ho
scritto, continua inevitabilmente a farmi impressione!
Tuttavia è, secondo me, uno di quelli venuti meglio di tutta la storia… forse
il migliore… non so, me lo direte voi, miei poveri lettori!
La simpatica esecuzione di Ki-chan è ispirata all’episodio II di Star Wars…
(che c’entra adesso? NdLettori)… che a sua volta è ispirato alle esecuzioni che
usavano durante l’impero romano, negli anfiteatri… avete presente?
Cmq, io ho sempre detto che la scuola fa male! Vedete che succede a studiare
Anatomia Topografica assieme a Freud? Ne esce fuori sta roba terrificante! (E
gli incubi che faccio IO di notte, a volte sono anche peggio!!!!!)
Infine, se siete stati attenti, avrete notato che ho inserito un bel po’ di
“simboli onirici” (date un'occhiata al simpatico animaletto con cui ha a che
fare Kisshu): d’altronde, i sogni sono solo la manifestazione dei nostri
desideri e delle nostre paure realizzati con immagini del nostro passato, o no?
Beh… ricordatevi di questo sogno perché ritroverete qualcosa… più avanti… tra
qualche capitolo… AH! Non vi spoilero altro!!!! Ciaooooo!
Ps. Avete mai visto un gatto giocare con un topo? Può andare avanti per ore
senza ucciderlo… torturandolo lentamente… Ok… la smetto, la smetto…! ^v^