Intro al Capitolo: Dopo tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto,
tanto, tanto, tanto, tanto, tanto, tanto.... ma proprio tanto, tanto, tanto,
tanto, tanto, tanto, ma tanto di quel tempo (vabbeh... ho visto autori far di
peggio ^^''') eccovi qua un nuovo capitolo. Allua... se ritenete che non sono
andata OOC in questo capitolo, se dopo averlo letto nessuno dei vostri neuroni
s'è suicidato, se continuate a credere che io sia tutta giusta di cervellino, se
tutte queste condizioni sono vere contemporaneamente... uhm... beh... forse
avete veramente ragione e io dovrei avere più fiducia in me stessa, come Retasu!
xDDDD
*** 10. Nemmeno la Fine ***
~ * ~
By Kisshu
I can't, I can't |
Non posso, non posso |
(Sting – Can’t Stand Losing You) |
“FUU RAI SEN”
Kisshu si voltò di scatto, ferendosi il collo contro la lama del pugnale che
Mew Ichigo gli teneva ancora piantata nella gola, giusto in tempo per vedere
Pai scagliare il suo attacco nella loro direzione.
La potente scarica elettrica si abbatté sulla ragazza, strappandogliela di
dosso, privandolo del calore di quel corpo appoggiato sul suo petto,
sbalzandola in aria…
E lui si riscosse di colpo dal suo incubo.
“NOOOOOOOOOOOOOO!” gridò, saltando a sedere.
Il suo angelo della Morte era volato via…
Mew Ichigo piombò a terra a parecchi metri di distanza, strillando, con il
corpo contratto in uno spasmo convulso…
Lasciandolo lì, solo… e ancora maledettamente vivo…
“MA CHE CAZZO FAI???” Urlò Kisshu al compagno, che lo fissava senza capire,
ancora con il ventaglio rosso sangue sollevato verso di lui.
“Ti stava per ammazzare!” replicò l’altro.
“Sì, ma così tu hai ammazzato lei!”
Senza aggiungere altro, si precipitò verso la ragazza.
Era ancora stesa sul lastricato di pietra, con gli occhi spalancati in uno
sguardo vitreo e il respiro affannato.
“Ichigo!” la chiamò.
Lei sembrava non sentire.
In ginocchio di fianco a lei, le appoggiò una mano sul petto, per sentirle il
cuore.
Realizzò con orrore che era in fibrillazione. (*)
“No… merda!” inveì, battendo un pugno per terra.
Non doveva andare così… doveva esserci lui, steso per terra, al suo posto…
Era tutto sbagliato…
Continuava ad imprecare tra i denti, chino sul corpo esamine della ragazza,
quando scorse Pai avvicinarsi a loro, a passo incerto.
“Senti, l’ho vista lì, che stava per tagliarti la gola e ho colpito pesante… ma
io non…” cercò di giustificarsi questo.
“Gliel’ho chiesto io!” lo interruppe bruscamente Kisshu.
“E ora sta zitto!” sbraitò, facendogli intendere che, se non gli avesse dato
retta, in quel momento avrebbe potuto davvero ammazzarlo…
Pai indietreggiò silenziosamente da loro, con un’espressione sconvolta che poco
gli si addiceva.
Lo fissava come se fosse pazzo… e probabilmente in quel momento non aveva tutti
i torti.
Ma ora, a lui, di questo non importava nulla.
Doveva salvare quella ragazza.
Per una volta, doveva riuscire a far andare le cose nel verso giusto…
“ICHIGO!” gridò di nuovo Kisshu, disperatamente.
Il respiro di Mew Ichigo era diventato più superficiale, mentre il suo seno si
alzava e si abbassava sempre più debolmente, stretto nel corpetto chiaro…
Kisshu si passò una mano sul viso sudato, sporco di polvere e sangue.
“Diamine… com’era? Com’era?” farfugliò a mezza voce.
Stava cercando con tutte le sue forze di ricordare. E invece la sua testa era
così confusa…
Procedura di soccorso…
Shock elettrico…
Fibrillazione cardiaca…
“No… Ichigo… no…”
Rabbrividì, alla vista degli occhi di quegli occhi rosa cristallino, sbarrati e
vuoti, fissi verso il cielo. Sembrava già morta…
Blocco respiratorio…
Possibile stato di incoscienza…
Poi, di colpo, si ricordò.
“Ichigo!” la chiamò, prendendola furiosamente per le spalle.
“ICHIGO! Ascoltami! Maledizione! Ichigo!”
Si rimise a tossire, per quanto era agitato, sentendo di nuovo il retrogusto
del sangue riempirgli la bocca.
“Ascolta: non pensare! Hai capito? Non pensare! Qualunque stronzata ti passi
per la testa, non darle retta! Hai capito?” le urlò.
La ragazza subiva i suoi scossoni come un peso morto, senza dare nessuna
reazione.
Non lasciò scoraggiare.
“Sentimi bene, ora! Ripeti con me Ichigo, avanti: UNO, DUE, TRE, QUATTRO…”
(**)
Scandì i numeri con forza, in modo che la sua voce potesse guidarla, che
potesse trascinare la sua coscienza fuori di lì, dall’oblio in cui stava
sprofondando… prima che fosse troppo tardi.
“…CINQUE, SEI, SETTE…”
Se non ci fosse riuscito così…
“…OTTO, NOVE…”
L’avrebbe persa per sempre…
“Avanti! UNO, DUE, TRE, QUATTRO, CINQUE…” urlò, ricominciando daccapo, mentre
lei continuava a giacere immobile sulla pietra.
Poi, ad un tratto, scorse un tremito sulle labbra della ragazza.
Un barlume di speranza illuminò il viso spento di Kisshu.
“Non ti sento! Più forte! Forza! …SETTE, OTTO, NOVE…” disse di nuovo.
“…re… q-q… ttro… c-cinque…”
Dalla sua bocca socchiusa, un sussurro appena percettibile…
Ma era viva.
“Brava! Brava bambolina! Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta!” esclamò lui.
“S-sei… sette…”
Gli occhi della ragazza persero quell’espressione fissa e si posarono
vacuamente su quelli lucidi di Kisshu.
La tirò su a sedere, abbracciandola, stringendo il suo corpo esile, troppo
freddo in quel momento, nascondendo il viso nei suoi capelli arruffati.
Ma non riusciva più a sentire il suo profumo… era svanito, coperto dall’odore
denso del sangue che macchiava i vestiti di entrambi.
La strinse più forte, facendo scorrere le dita tra le ondulate ciocche rosa
della sua capigliatura, mentre lei si abbandonava esamine nel suo abbraccio.
“Ichigo… Pai ti ha colpito. Hai rischiato grosso, sai? Ma per fortuna stai
bene!” le spiegò, a bassa voce, sperando con apprensione che l’ultima frase
fosse vera.
Già… Pai…
Era rimasto in piedi, poco lontano da loro per tutto il tempo, guardandoli
senza dire una parola.
Ancora una volta, non aveva capito nulla.
Nonostante glielo avesse intimato più e più volte, aveva di nuovo osato
impugnare le armi contro la sua Gattina.
Aveva rischiato di ucciderla. Di portargliela via.
Questo lo rendeva furioso.
La vita sua e di Ichigo non erano affari di Pai.
Solo lui poteva decidere.
E quello stronzo aveva cercato di togliergli l’ultima cosa su cui avesse ancora
un minimo di potere…
Gliel’avrebbe fatta vedere… non appena lei si sarebbe rimessa in piedi…
“MEW ICHIGO!”
Una voce femminile, che urlò improvvisamente il nome della ragazza, lo distolse
dai suoi pensieri.
Kisshu si voltò, disorientato, per vedere…
L’intera squadra delle Mew Mew?
C’erano proprio tutte, tutte e quattro le loro vecchie nemiche, strizzate in
quei vestitini colorati.
C’era persino il biondino che gli stava sempre appiccicato…
E poco dietro di loro c’era Taruto, con un’espressione colpevole stampata in
faccia.
Kisshu non ebbe il tempo di collegare tra loro le due cose, perché con un
guizzo, Mew Ichigo, che sembrava a malapena viva, scivolò via dalle sue
braccia, precipitandosi verso le compagne.
“RAGAZZE!” Urlò la Mew Gatto, in preda alla gioia, mentre correva verso di
loro, facendo tintinnare il campanello sulla sua coda.
Ma dopo pochi metri le si piegarono le ginocchia e vacillando, atterrò
miseramente per terra.
Voleva andare ad aiutarla, a riportarla indietro, lontano da loro, ma il
biondino precedette i suoi pensieri e corse da lei, prendendola sotto le
braccia e sorreggendola mentre cercava di tirarsi in piedi.
“C-cosa ci fai tu qui?” mormorò Mew Ichigo, cercando con poco successo di
tenersi dritta sulle gambe.
“Siamo venuti a salvarti, stupida!” le sbottò sgarbatamente il ragazzo.
Ma poi la prese in braccio, appoggiandosela addosso… toccandola…
“Non preoccuparti, ora torniamo a casa…” le disse infine lui.
Gliela stavano portando via, di nuovo…
No… non ancora…
“ICHIGO!” la chiamò Kisshu, fremendo di rabbia.
Mew Ichigo si voltò debolmente verso di lui. Teneva a malapena gli occhi
aperti.
Quelle persone stavano decidendo per lei, per loro due…
Non era giusto. Non aveva ancora finito…
Lei gli serviva ancora…
Scattò verso la ragazza, con l’intenzione di riprendersela.
Ma si sentì afferrare sotto le braccia.
Si voltò incredulo e vide… Pai.
“Lasciami andare! Maledetto!” gli urlò, colto alla sprovvista.
Non riusciva a credere che tutte quelle cose potessero essere collegate…
Pai che era venuto fin lì…
Quell’espressione in faccia a Taruto…
E le Mew Mew in quella dimensione…
Possibile che lo avessero raggirato? Tradito? Ancora…?
Cercò di liberarsi, furioso, ma la stretta del compagno era molto salda.
Frustrato, si mise a minacciare il biondino, che continuava a mettere le sue
schifose mani da umano su Mew Ichigo.
“Tu! Lasciala andare! E’ mia, non toccarla!” gli intimò pieno di rabbia.
Shirogane, per tutta risposta, ricambiò gelidamente il suo sguardo, senza
curarsi minimamente di seguire la sua imposizione.
L’unica a reagire fu invece Mew Zakuro, che si staccò dal gruppo avanzando
verso Kisshu a grandi passi, come se volesse divorarsi la distanza che li
separava, senza tuttavia perdere quella grazia feroce che accompagnava la sua
bellezza prepotente.
Si piantò a pochi centimetri da lui. “Sta zitto… ” gli ringhiò.
Lo guardava come se da un momento all’altro potesse azzannargli la faccia.
“Se solo scopro che le hai fatto qualcosa… ti farò pentire di essere nato
maschio!” lo minacciò.
Si zittì, cercando di reggere il confronto con le iridi indaco intenso della
Mew Lupo, brucianti di disprezzo.
Ma con la coda dell’occhio vide le altre Mew Mew raccogliersi attorno a Mew
Ichigo e indietreggiare.
Se ne stavano andando.
Ichigo se ne stava andando…
Non l’avrebbe più rivista…
“Ichigo, ti prego! Ti prego!” si ritrovò a farfugliare, come se sperasse che le
sue parole potessero trattenerla…
Ma Mew Ichigo non lo ascoltò, come aveva sempre fatto. Si limitò a bisbigliare
solo qualcosa all’orecchio del ragazzo biondo che la teneva tra le braccia e
chiuse gli occhi, sfiancata, posandogli la testa sul petto.
Infine, anche Mew Zakuro interruppe il suo gelido contatto visivo con lui e,
rivolgendogli un’ultima occhiata sprezzante, gli voltò le spalle e si unì al
gruppo.
Vide poi Taruto, che teneva accuratamente gli occhi bassi al suolo, fuori dalla
sua portata, avvicinarsi ai loro ex-nemici, poggiare una mano sul braccio di
Shirogane e l’altra sulla spalla di Mew Purin e smaterializzarsi assieme a
loro, portando con sé anche la Mew Gatto.
Rimasero solo Mew Minto, Mew Retasu e Mew Zakuro, in piedi in mezzo a quelle
rovine.
“A voi posso pensarci io…” disse piattamente Pai, facendole sparire con uno
scatto furtivo della mano.
***
Ora non c’era più nessuno.
Pai e Kisshu erano soli, in quella triste dimensione irreale, avvolti da una
cupa nebbiolina verde.
Intorno, solo macerie, ombre di tempi più felici…
Un silenzio spettrale…
E Ichigo andata, per sempre…
Kisshu si divincolò di nuovo, con forza, finché Pai non si decise a mollarlo.
Si scostò rapidamente, fissandolo con odio. “Si può sapere che sta succedendo?”
gli ringhiò, gelido.
Il compagno sospirò, prima di iniziare a parlare, come se la cosa gli costasse
un’enorme fatica.
“Taruto…” iniziò quindi “…in questi giorni è andato a trovare la bambina bionda
e ha saputo da lei che tu avevi rapito quell’umana… quella Ichigo, così ha
teletrasportato qua i suoi amici in modo che la riportassero a casa.”
“Ah… è stato lui…?” mormorò Kisshu, sorpreso.
Poi riprese la sua espressione furiosa.
“Beh? E allora? Perché vi siete intromessi voi due? Io posso fare quello che
voglio!” sbraitò.
Senza aspettare una risposta, fece per smaterializzarsi, per andare a
recuperare Mew Ichigo, ma Pai gli si parò davanti.
“INSOMMA, CHE DIAVOLO VUOI?” urlò Kisshu, ormai al limite del suo
autocontrollo.
“Ci sono le sue compagne a proteggerla adesso. Così non hai nessuna possibilità
di riprendertela” gli fece notare Pai.
Kisshu si ammutolì, incredulo. Per un istante sperò che il compagno fosse sul
punto di elaborare uno dei suoi geniali piani…
“E poi io non ti permetterò di andare di nuovo da quella ragazza.” Aggiunse
invece.
A quelle parole, Kisshu non resse più.
Gli mollò un pugno secco in faccia, mandandolo a sbattere contro un lastrone di
pietra semidistrutto, che giaceva in un angolo, miseramente inclinato contro
alcuni grossi blocchi di roccia.
Poi in un attimo gli si buttò addosso, afferrandolo per il colletto, sollevando
minacciosamente il braccio per colpirlo di nuovo.
“SI PUÒ SAPERE PERCHÉ ANCHE VOI DUE VI SIETE MESSI CONTRO DI ME ADESSO? PERCHE’
MI STATE FACENDO… QUESTO?” gridò furioso, in faccia al compagno che lo guardava
inespressivamente, con un labbro spaccato.
“Se vuoi sfogarti, fai come credi, ma non è giusto che continui a fare del male
a quell’umana. E non è giusto neppure che continui a fare del male a te
stesso…” disse Pai.
Il pugno di Kisshu si abbatté duramente di fianco al viso di Pai, sulla pietra.
“Maledizione… ma perché non capisci… voi due fate finta di niente… ipocriti di
merda…” farfugliò, lasciando rabbiosamente la presa sul colletto della sua
maglia, con espressione di dolore sul viso.
Pai si ritirò in piedi, posando su Kisshu uno sguardo indagatore.
“Io ho bisogno di lei, capisci?” sbraitò. “Volevo solo stare con lei, almeno
per un po’, almeno una volta… prima di… prima che…” le parole gli morirono in
gola, mentre abbassava lo sguardo, tremando di rabbia.
“Prima di cosa?” domandò Pai.
Poi, visto che Kisshu non gli rispondeva, lo prese per le spalle. “Prima di
cosa?” gli ripeté, secco.
Kisshu gli allontanò le mani, con uno scatto nervoso. “Non dirmi che non l’hai
capito, Pai. Da quando la nostra missione è fallita, lo sai anche tu cosa ci
aspetta quando torneremo a casa. Forse Taruto non ci è ancora arrivato, ma tu…
tu lo sai, eppure continui a fare finta di niente!”
Rialzò lo sguardo, per incontrare quello del compagno. “Beh, io non ci riesco!
Non ci riesco a stare qua ad aspettare senza fare nulla! Dopo tutto quello che
ho passato, pensavo di avere diritto anch’io ad un attimo di felicità, non
credi?”
Pai non aprì bocca, ma un’ombra di tristezza oscurò il freddo viola dei suoi
occhi, mentre si toccava con la punta delle dita la ferita sul labbro.
“Beh, Ichigo invece non la pensava così!” continuò allora Kisshu “Poi io… non
lo so… non so che mi è preso… non voglio tornare a casa solo per farmi
giustiziare come un criminale! Non gli darò questa soddisfazione a quei
bastardi! Se devo morire, di nuovo, preferisco farlo qui, quando lo decido io!
Invece ora…” Prese fiato per respirare, perché si accorse che non riusciva più
a parlare con voce ferma.
“…ora, per colpa vostra, non ho potuto realizzare nemmeno questo ultimo
maledetto desiderio… niente… per me non c’è niente… merda…”
No… non è che non riusciva a parlare. E’ che gli veniva quasi da piangere…
Ma non poteva permetterselo… doveva essere forte, fino alla fine, come aveva
sempre fatto…
“Kisshu…” Pai gli strinse una mano sulla spalla. “So che io e Taruto non siamo
gli individui che preferisci…”
Kisshu fece un sorrisetto amaro, all’ironia del compagno.
“Ma siamo tutti e tre nella stessa situazione, per cui affronteremo insieme
anche questa” continuò, calmo.
La sua voce sembrava aver un’inflessione relativamente dolce, adesso.
“Già… certo… immagino…” bisbigliò Kisshu.
“Ascolta” proseguì Pai, ignorando il suo disfattismo. “L’Acqua Mew non sarà la
soluzione dei nostri problemi, ma vedrai che tornerà utile in qualche modo… e
se non dovesse bastare, io ho delle conoscenze tra gli oppositori di Profondo
Blu, tra quelli che erano contrari all’invasione della Terra, lo sai vero? Ci
aiuteranno…”
Kisshu scrollò la testa. Ora gli veniva quasi da ridere.
Pai riusciva ad essere così tranquillo e sicuro di sé, aggrappato a quella sua
razionalità metodica.
Vedeva il mondo come una logica e sistematica successione di eventi, tanto che
ogni volta bastava analizzare meglio la situazione per risolvere tutto…
Invece si rifiutava di aprire gli occhi, di vedere la spietata ed crudele
imprevedibilità della vita…
Probabilmente, quelle emozioni dolorose che ora gli stritolavano il cuore lui
non le aveva mai provate…
Invece, inaspettatamente, Pai lo abbracciò.
Un abbraccio controllato e impacciato, per dire la verità, ma pur sempre un
abbraccio…
Gli batté un paio di volte una mano sulla schiena.
“Sarà difficile per tutti, ma tu prova a fidarti, per una volta…” gli disse,
prima si scansarsi velocemente da lui.
Gli voltò le spalle e fece alcuni passi a vuoto, sul selciato coperto di
sabbia.
“Quando tornerà Taruto, saremo pronti a partire. Tu vieni?” gli domandò poi,
sbrigativamente, osservandolo con la coda dell’occhio.
Kisshu rimase un attimo in silenzio, ancora frastornato.
Quindi annuì appena con il capo.
Non ci si può perdere nello spazio…
~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ * ~
Ecco… teoricamente quello che avete appena letto è l’ultimo
capitolo. Così… la FanFic è finita… La mia Fan Fic… Buuuuh uh uh uh (l’Autrice
piange come una deficiente, coprendosi la faccia con le mani)
No, scherzo…
Manca ancora uno (sconvolgente) epilogo e la piccola sorpresina finale!
E poi… e poi… poi sarà finita… Buuuuuuuuuuuuuuuuuuh uh uh uh uh uh uh…
(riattacca a piangere) -_-“
***
Kisshu: Bleah!!!
Autrice: Che c’è????
Kisshu: Ma che schifo!!! Mi hai fatto abbracciare da Pai?? Ma sei di fuori?
Autrice: Dove sta il problema scusa??? Era un abbraccio fraterno, per darti un
po’ di conforto… sono due capitoli che ti vuoi suicidare!!!!
Kisshu: Ma vai al diavolo! Io abbraccio SOLO le ragazze. E SOLO quelle belle!
Chiaro? Che schifo… che schifo…
Autrice: M-ma… Pai… digli qualcosa per favore…
Pai: Stupida scrittrice umana… io vado a farmi una doccia…
Autrice: UFFA! Voi ragazzi siete tutti dei DEFICIENTI!!!! >________<
Note:
(*) La fibrillazione cardiaca dovrebbe essere un’aritmia nel battito del cuore,
più o meno intensa, causata da un’alterazione del potenziale elettrico proprio
delle cellule cardiache, che è il responsabile della contrazione…
(**) Ho inserito questa “tecnica” un po’ “effetto Vietnam” perché mi sembrava
carina l’idea che facendo ripetere alla mente una serie ordinata e precisa di
numeri, si possa aiutare il cuore a regolarizzare i battiti. Tuttavia questo
NELLA REALTA’ NON SUCCEDE!!! E’ ASSOLUTAMENTE DI MIA FANTASIA! Magari bastasse
la voce di qualcuno a salvare la vita alla gente… -_-
Per quanto ne so io, la fibrillazione cardiaca deve essere trattata con un
defribillatore (ma in questa FF faceva troppo “E.R.”) oppure, a volte, si
risolve da sola, ma io non sono un medico, quindi…
Come ho già detto nell’altro Capitolo 10… Per favore, se vi capita davvero
qualcuno con una fibrillazione cardiaca NON FATE NULLA DEL GENERE PERCHE’ NON
SERVE A NIENTE!
Chiamate un’ambulanza e seguite le misure di pronto soccorso che vi avranno
sicuramente insegnato a scuola (a noi ci hanno fatto una testa così!!!). Se non
le sapete, si trovano anche su internet… dateci un’occhiata: vi assicuro che
possono tornare utili (Purtroppo parlo per esperienza personale! >___<)
(Ehi… guarda che i tuoi lettori non sono mica scemi… -_- NdKisshu)(Ma io mi
faccio degli scrupoli!!! non si sa mai!!! Ç_ Ç NdMe)
Nota postuma alla nota (**): quando ho visto che in "alla ricerca di Nemo"
succede una cosa simile a questa boiata che ho scritto in questo capitolo...
m'è crollato il mondo addosso!!! °° Ormai a questo mondo nulla più mi
sconvolge... xD