MewLeemy: (*canticchia*) I wonder how, I wonder why,Yesterday you told me
about the blue blue sky and all that I can see, is just another lemon tree...
I'm turning my head, up and down, I'm turning turning turning turning turning
around and all that I can see,
Is just the yellow lemon tree...
Kisshu: Basta parlare di LIMONI!!! >____<
MewLeemy: xDDDD Non ci posso fare niente! Fanno parte della mia natura!!!
Kisshu: Oddio... -__-
MewLeemy: ehm, sorvolando i limoni... scusate il ritardo mostruoso e
scusate il fatto che non risp personalmente a tutte le vostre recensioni questa
volta... volevo solo ringraziarvi e dire:
-per tutti quelli che hanno "gradito" la scena del bacio: non so dirvi
quanto mi faccia piacere! TvT
-per tutti quelli che già si aspettavano la Lemon ed invece sono rimasti con l'amaro in
bocca (tipo il mio povero Kisshu ç-ç): beh, era il mio scopo! ^o^
-per tutti quelli che continuano a domandarsi come faccia Ichigo ed essere così
cretina: chiedetelo alla Ikumi, io ho perso ogni speranza di capirlo!
Vi lascio al capitolo 9, che a me piace parecchio... e a voi NON piacerà per
niente, ve lo garantisco! xD Bye!
~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ * ~
Intro al Capitolo: Kisshu… molto, molto arrabbiato… ed eccitato…
Vi fate prendere? (L’autrice forse sì, ma lei ha delle idee un po’ strane… XDDDD
NdMe)
Battute a parte… il 9 è, secondo me, una capitolo forte da entrambe le parti e
mi ha fatto parecchio effetto scriverlo. Si tratta forse della parte della FF
che più mi ha lasciato perplessa sulla scelta del rating adatto… leggetelo,
capitelo e… X FAVORE NON LINCIATEMI!!!! Ç_ Ç
O almeno aspettate la fine della FF, tanto ormai manca poco!!! ^^”””””
Graaaaaaaaaaazie!!!!
*** 9. Tra Me e Te ***
~ * ~
By Ichigo
Why should I welcome Your domination |
Perchè dovrei accogliere la tua dominazione |
(Your Perfect Enemy, T.A.T.U.) |
Con un lampo di luce azzurra, Ichigo si trasformò.
Sentì il suo corpo diventare in pochi istanti incredibilmente leggero ed
elastico, mentre quel carico di energia irrefrenabile che aveva imparato a
conoscere in tutti quei mesi prese a palpitare sotto la sua pelle, con
prepotenza.
I suoi sensi si acutizzarono e quella strana, incrollabile determinazione che
scaturiva direttamente dal profondo della sua natura animale, sopraffacendo la
sua razionalità, si impadronì di lei.
Era di nuovo Mew Ichigo.
In due sole settimane che non si trasformava, non avrebbe mai creduto che quella
sensazione potesse mancarle tanto…
Fissò Kisshu: era ancora impalato a pochi metri di distanza da lei, con
un’espressione tesa in faccia. Ma poi sembrò rilassarsi.
Sembrò… perché la sua voce tradiva uno spiccato nervosismo.
“Bene Ko-Neko-Chan! Ora che ti sei trasformata…” le disse “Quali giochini
perversi hai in mente per noi due?”. Quindi si fece una risatina, tirata a dire
la verità…
“Smettila!” tagliò piatto la ragazza.
“Hai ragione Kisshu…” aggiunse poi. “Non bisogna lasciarsi andare, bisogna
combattere. E ora è uno di quei momenti in cui devo dare il massimo, devo
combattere per quello che io desidero… e io desidero andarmene da qui. Voglio
tornare a casa!”
“Ah, vuoi combattere? Contro di me?” le domandò lui, in tono sprezzante.
Poi iniziò a avanzare.
Passi lenti, nella sua direzione, tenendo i suoi begli occhi dorati fissi nel
suoi…
“Stai indietro!” le intimò Mew Ichigo, allarmata.
Con un gesto deciso chiamò la sua Strawberry Bell e la puntò contro di lui, per
lasciargli intendere che faceva sul serio.
L’alieno lanciò un’occhiata attenta alla sua arma, ma non smise di procedere
verso di lei.
“Ti ho detto di stare indietro!” rimbeccò Mew Ichigo.
“Avanti! Riportami a casa Kisshu!” aggiunse, cercando di tenere un tono fermo.
Tuttavia, si ritrovò ad indietreggiare di un passo, titubante.
Lui scosse la testa, invadendo senza esitazione la distanza che li separava.
“No, tu starai qua finché io lo desidero. Te l’ho già detto.”
“Non dire stupidaggini! Sai benissimo che io non dovrei essere qua. E nemmeno tu
non dovresti essere qua! Lo sappiamo benissimo entrambi! Portami a casa,
altrimenti…” Mew Ichigo non continuò la frase.
Realizzò che si stava agitando e in quel momento non poteva concedersi una cosa
simile.
“Altrimenti?” incalzò Kisshu, che si trovava ormai a poco più di un metro,
troppo vicino…
Mew Ichigo strinse le dita attorno alla superficie morbida della sua Strawberry
Bell.
“Ribbon…” iniziò.
“Io non voglio combattere contro di te, Gattina”.
La sua voce aveva assunto un’inflessione più dolce.
Lei cercò di non farci caso.
“…Strawberry…”
Kisshu si fermò; il petto premuto contro la Strawberry Bell, proprio di fronte a
lei…
La fissava intensamente negli occhi, come se aspettasse una sua risposta.
Ma era una risposta che Mew Ichigo non voleva dare nemmeno a sé stessa…
Così lo ammazzo… pensò stringendo di più la arma, tanto da farsi male
alle dita.
“SURPRISE!” esclamò alla fine.
Si sollevò un gran polverone, trafitto dalla vampata di luce e di calore che si
era sviluppata dal cuoricino peloso.
E in quella confusione, Ichigo perse di vista Kisshu.
Per un istante, sperò con tutto il cuore che si fosse teletrasportato via,
all’ultimo momento…
Ma poi aguzzò la vista e lo vide a diversi metri di distanza, appoggiato ad una
parete molto malconcia, seduto per terra, mentre tossiva e si premeva una mano
sul petto.
Lo aveva colpito in pieno…
Mew Ichigo si morse le labbra, combattuta.
Trascorsero alcuni lunghi istanti, spezzati solo dai quei colpi di tosse…
Infine, Kisshu si rialzò a fatica e le rivolse un sorriso.
Non era un sorriso gentile…
Lui si passò il dorso della mano sul mento, per pulirsi un filo di sangue che
gli era colato dalla bocca, ma riuscì solo a stenderlo di più sulla pelle.
“Bene bambolina, vedo che non le capisci le buone maniere!” esordì.
Con un bagliore dorato, fece comparire i suoi tridenti.
“E allora, se vuoi combattere…” le disse, mentre si rigirava le armi un paio di
volte tra le mani, compiaciuto “…decidiamo combattendo!”
“Infondo, è quello che noi due sappiamo fare meglio, vero?” ghignò crudelmente.
Poi si scagliò contro di lei con una velocità inaspettata.
***
Mew Ichigo scansò l’attacco balzando in aria e con un colpo di lombi si rigirò
per atterrare sulle gambe.
Quando i suoi piedi toccarono il suolo, si accorse di aver di nuovo perso di
vista il suo nemico.
Dov’è? Si domandò guardando freneticamente in giro.
“Sveglia, piccola!” sentì soffiarsi all’orecchio, un attimo prima che Kisshu la
colpisse sulla schiena, buttandola per terra.
La ragazza ruzzolò per alcuni metri sul pavimento ruvido prima di fermarsi, poi
si voltò, tirandosi sui gomito, preparandosi a ricevere il colpo successivo.
Prontamente Kisshu si lanciò contro di lei con uno scatto, ma stavolta Mew
Ichigo rimase immobile, aspettando che lui fosse abbastanza vicino, quindi si
gettò di lato e gli sferrò con tutta la sua forza un calcio nello stomaco.
Quindi si precipitò fuori dalla porta, senza voltarsi.
Quel combattimento probabilmente non aveva alcun senso.
Non avrebbe mai potuto vincere. Sapeva il suo avversario era troppo veloce e
troppo forte.
E anche se ci fosse riuscita… difficilmente lui l’avrebbe riportata a casa…
Vaffanculo! imprecò la ragazza, mentre si insinuava tra due pareti di pietra
color ocra.
Ormai si era buttata, tanto valeva arrivare fino in fondo!
Non gliel’avrebbe data vinta così facilmente…
Sogghignò.
Quando si trasformava faticava a comprendere sé stessa, probabilmente perché le
sue azioni perdevano ogni continuità logica e lei si lasciava guidare solo dal
suo intuito e dai suoi instabili e mutevoli impulsi.
Come un gatto…
Questa era la sua forza.
Questo l’aveva resa la più potente delle Mew Mew.
La forza dei suoi desideri…
E nelle ultime settimane aveva rischiato di dimenticarsene…
Mew Ichigo si ritrovò in un largo spiazzo, antistante a quello che sembrava un
tempio a pianta circolare.
Forse era già passata di lì, la notte precedente…
Salì velocemente le tre gradinate che conducevano nel porticato e ansimando per
la corsa, si addossò ad una colonna, per proteggersi le spalle mentre riprendeva
fiato.
Si guardò attorno: quell’assenza di orizzonte che scorgeva nel cielo verde la
disorientava, facendole perdere i punti di riferimento spaziali.
Ma soprattutto, Kisshu sembrava sparito nel nulla.
Passarono dei minuti ed inesorabilmente l’adrenalina che l’aveva sorretta fino a
quel momento iniziò a diminuire, lasciando il posto ad un’inquietudine sinistra.
Si sporse preoccupata dietro la colonna per assicurarsi che l’ alieno non le
arrivasse alle spalle, ma non scorse nulla.
Quando si voltò di nuovo, se lo trovò davanti.
Lui le sorrise.
Mew Ichigo sussultò, rendendosi conto di essere in trappola.
Con un gesto velocissimo Kisshu incastrò un tridente dentro la Strawberry Bell e
facendo leva la scagliò via dalla sua mano con forza, facendola finire per terra
assieme alla sua arma che si conficcò nel terreno polveroso. Il cuoricino peloso
si dissolse in un lampo di luce.
Mew Ichigo, che aveva assistito inerme a tutta la scena, rialzò gli occhi ed
incontrò quelli di Kisshu che la fissavano gelidi.
Ora il viso dell’alieno era vicinissimo al suo, tanto che poteva sentire il suo
respiro terribilmente calmo sulla pelle…
La ragazza distolse lo sguardo e strizzò gli occhi, strinse le mani sulla
superficie ruvida e sconnessa della colonna dietro di lei, mentre lui le si
avvicinava, toccandola con il suo corpo, sfiorandole il collo con il viso.
Lo sentì inspirare a fondo, per sentire il profumo della sua pelle e lei prese a
fremere di rabbia e di disgusto.
…anche se avesse vinto, probabilmente non l’avrebbe riportata a casa…
…ma se avesse perso…
…era chiaro cose le avrebbe fatto…
Poi con la mano libera, Kisshu le restituì violentemente il colpo allo stomaco.
Mew Ichigo si piegò in due dal dolore, finendo in ginocchio per terra. Le scappò
un gemito soffocato, mentre si stringeva la pancia con entrambe le braccia.
Mentre lottava per riprendere padronanza del suo corpo, cercò con la coda
dell’occhio di tenere sotto controllo le mosse del suo avversario.
Kisshu era ancora in piedi di fianco a lei, che la osservava dall’alto al basso,
senza scomporsi mentre lei si contorceva dal dolore.
Poi le passò davanti alla faccia, urtandola con una gamba, prima di
oltrepassarla, dirigendosi con tranquillità a raccogliere l’altro tridente che
si era conficcato nel terreno.
A quella vista, Mew Ichigo raccolse tutte le sue forze a saltò più lontano che
poté, tenendosi bassa vicino al suolo. Le tremavano le gambe dalla paura e dal
dolore ma non aveva nessuna intenzione di arrendersi, di permettergli anche solo
di toccarla…
“Strawberry Bell!” esclamò, facendo riapparire la sua arma e afferrandola.
Ma prima che potesse avere l’occasione di utilizzarla, Kisshu le scagliò contro
il tridente.
Questo si conficcò nel polso della ragazza, trascinandola pesantemente a terra,
mentre la sua arma le sfuggiva di nuovo di mano.
Gridò, stringendosi freneticamente il braccio da cui si stava spandendo una
cospicua quantità di sangue: le lame del pugnale le avevano inciso la carne
attorno al polso, inchiodandolo al suolo. Non aveva mai provato un dolore così
lancinante…
Negli istanti che seguirono, intravide Kisshu lanciarsi nuovamente contro di
lei, con l’altro tridente stretto nella destra, mentre puntava dritto alla sua
pancia.
Non poteva scansare il colpo, era imprigionata…
Ecco cosa aveva in mente: prima l’avrebbe ferita… torturata… e poi…
Il suo corpo si mosse di scatto in un ultimo gesto disperato.
Quando lo vide ormai sopra di lei, con la mano libera lo colpì con tutta la sua
forza, mirando alla faccia.
Soffiò ferocemente mentre gli graffiava con veemenza il viso, facendogli perdere
l’equilibrio.
E poi lo scorse incredula vacillare sotto il suo colpo e cadere sulla schiena,
davanti a lei, per terra.
Senza perdere tempo, svelse dolorosamente l’arma dal terreno per liberarsi e
saltò addosso a Kisshu, premendolo al suolo con il peso del suo corpo e
bloccandogli un braccio con il ginocchio e l’altro con la mano illesa.
Strinse il tridente nella mano destra e glielo puntò alla gola, rabbiosa, mentre
ansimava pesantemente.
E ora che fai, stronzo?
Ho vinto io…
Rimasero a squadrarsi per alcuni secondi, in silenzio.
Adesso, anche Kisshu sembrava provato: poteva sentire il suo petto sollevarsi
affannato sotto di lei.
Lo sentì tossire faticosamente un paio di volte, evidentemente ancora fiaccato
dal primo colpo ricevuto.
Poi lui iniziò a ridere sfacciatamente, di gusto.
Questo la rese ancora più furiosa. Gli premette la punta della lama sulla carne,
mentre dal suo polso continuava a brinare sangue che lentamente le colava per il
braccio e gocciolava sui vestiti del suo avversario.
“Sei splendida, Ichigo!” esclamò Kisshu. “La mia splendida Gattina sexy…”
I graffi che gli aveva inferto sul viso si erano gonfiati e spiccavano rossi
sulla sua pelle pallida.
“Sai, dovremmo farlo più spesso” aggiunse con un smorfia dolorosa.
Mew Ichigo gli rivolse un’occhiata piena di tutto il suo disprezzo.
Il braccio ferito iniziava ad indebolirsi e a farle parecchio male e ci stava
mettendo più del solito a recuperare il suo debito di ossigeno, forse
perché il sangue che stava perdendo era troppo…
Ora non aveva più voglia giocare…
Voleva solo tornare a casa… e che lui sparisse per sempre dalla sua vita.
Mosse le labbra per dirglielo, ma l’espressione sul viso di Kisshu glielo
impedì.
Era serio, di un serio glaciale come non l’aveva mai visto.
“Avanti!” proruppe lui. “Se mi devi ammazzare fallo subito, così ci leviamo il
pensiero”.
Il tono duro e deciso con cui le aveva detto quelle parole la spiazzò.
Si irrigidì, riuscendo solo a sgranare gli occhi, incredula.
“Ichigo, non torno a casa per farmi giustiziare dai miei simili…” le disse
Kisshu, guardandola intensamente.
“Mi sono promesso che me ne sarei andato combattendo. E questa è una buona
occasione!”
Mew Ichigo fissò sconvolta il ragazzo davanti a lei.
Lui teneva la testa indietro, premuta contro una delle tre lame, scoprendo
ancora di più il collo.
La vista di quella pelle sottile e tirata, che lasciava scorgere in profondità
la traccia bluastra delle vene, le solleticava la mente…
e la lama che impugnava…
affondava con sorprendente facilità nella carne, senza perforarla…
Sentì un fremito passarle sulla schiena.
Non aveva mai considerato che nei suoi istinti più reconditi da cacciatrice
potesse nascondersi… un’assassina…
…un’assassina…
Si rese conto che avrebbe veramente potuto farlo…
E che ad una parte di lei non sarebbe per niente dispiaciuto…
Le labbra di Kisshu si incresparono in un mezzo sorriso.
“E poi se sei tu, Gattina, a farmi fuori…” sussurrò, senza finire la frase.
C’era un misto di tenerezza e di malinconia in quelle parole.
La mano di Mew Ichigo iniziò a tremare.
Un attimo prima lui era pronto ad ucciderla…
…in quel modo orribile…
“AVANTI!” urlò secco Kisshu. Aveva tutto il tono di un ordine.
No…
Non voleva farlo…
Lei desiderava solo tornare a casa…
Non era giusto…
Perché doveva chiedere una cosa del genere proprio a lei?
Ma che razza di persona era, per obbligarla a tirare fuori quelle parti di sé
stessa?
Cosa vuoi da me?
Poi le parve di afferrare di colpo una grande rivelazione… un’idea talmente
semplice da sembrare sciocca, eppure tanto immensa che fino ad allora non era
mai stata in grado di vederla…
In tutti quei mesi, in tutto quel tempo che Kisshu l’aveva cercata, così
spasmodicamente e così furiosamente, forse lui voleva solo…
…essere salvato?
Salvato da quella cosa che gli stava divorando l’anima…
Cos’era?
Solitudine…
Ecco cosa aveva realizzato Ichigo: che Kisshu era sempre stato solo.
Senza famiglia, senza una casa, senza un posto dove stare. I suoi amici gli
avevano voltato le spalle nei momenti più difficili. Le persone in cui credeva
l’avevano ingannato. La sua gente voleva ucciderlo… il suo mondo stava cadendo a
pezzi…
E in mezzo a tutto questo, aveva visto nascosto in lei qualcosa di speciale…
…si era innamorato di lei…
E non voleva niente in cambio.
Nessun sacrificio, nessuno sforzo per essere diversa da quello che era.
Voleva solo che lei gli concedesse la possibilità di amarla.
Di darle quanto aveva di meglio da offrire.
Lo guardò negli occhi.
Lui la fissava angosciato, aspettando una sua mossa.
Gli aveva dato la possibilità di disporre della sua vita…
E non solo attraverso quella lama premuta sulla sua gola…
Mew Ichigo gli rivolse lo sguardo più dolce che aveva.
Non sapeva che altro fare… le veniva improvvisamente da piangere, sopraffatta da
quell’enorme tristezza.
“Kisshu…” riuscì solo a sussurrare.
E fu l’ultima cosa che gli disse.
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Ok, gente… mentre scrivevo l’ultima parte del Capitolo stavo piangendo come una
fontana… niente note… lasciatemi sola con il mio dolore… U___U